Gli occhiali al cinema

Occhiali, molto più di un accessorio, non solo un oggetto utile alla vista, ma ormai un must, un oggetto cult che ci descrive e ci rappresenta. Sono un oggetto di design che si indossa sul viso e che caratterizza la personalità di chi lo porta, per questo gli occhiali sono stati utilizzati dal cinema per identificare in modo efficace ed immediato un personaggio e il suo microcosmo: tutti ricordiamo gli occhiali a cuore di Lolita nell’omonimo film o le lenti a goccia di Tom Cruise in Top Gun.

Ed ecco una mini classifica degli occhiali più famosi della storia del cinema.

Parthumbs_n1550476980_30105864_625tiamo dalla meravigliosa Audrey Hepburn che in Colazione da Tiffany, che indossava un modello oversize, chiamato Manhattan di Oliver Goldsmith, destinato ad entrare nella storia e che tuttora sono richiestissimi. Qualche anno più tardi, quando il colore arrivò a brillare anche nel cinema, sul grande schermo apparivano i celebri Persol di Steve McQuinn.

Sempre modello Persol sono quelli indossati da Cary Grant in Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock. Sempre Persol, il modello 0649, indossato da Mastroianni in “Divorzio all’italiana”. Invece sono Ray Ban Cats 5000 è il modello che ha reso un sex symbol Ryan Gosling nello spericolato Drive del 2011.

Era, invece, il 1986 quando un giovanissimo e affascinante Tom Cruise, nome in codice Maverick, sfoggiava i suoi Ray-Ban, ovviamente modelneo_matrixlo Aviator, che ancora oggi sono tra i più venduti e richiesti. Un modello che ha caratterizzato una generazione è quello dei mitici Blues Brothers, il Wayfarer 5022, ripreso successivamente da Quentin Tarantino per i personaggi del film Le iene. Invece la saga di Matrix, una delle più contorte della storia del cinema, ha lanciato il leggerissimo modello NEO, che prende il nome dal protagonista della serie Keanu Reeves. Sempre una saga, stavolta meno problematica,  rende famosi  i Ray-Ban Predator di Will Smith, in Man in Black: un modello sobrio, ma al tempo stesso molto professionale.

Come non ricordare, poi, i celebri occhiali di Dirk Bogarde in Morte a Venezia; quelli dell’icona del cinema, Marylin Monroe, che l’attrice sfoggiò in uno dei suoi film più noti Come sposare un milionario; fino agli occhiali di Woody Allen nel film Il dittatore dello Stato libero di Bananas, diventati poi un vero e proprio segno di riconoscimento del regista newyorchese.

Un altro caso è quello degli occhiali italiani L.G.R. indossati prima nel film «I due volti di gennaio» sul volto raffinato di Kirsten Dunst e poi da Tom Criuse in Mission: impossible – Rogue Nation», il nuovo capitolo della saga, per la scena dell’inseguimento mozzafiato.

Di recente è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il documentario dedicato a Lina Wertmuller ““Dietro gli occhiali bianchi”, dove la simpatica regista racconta come “dopo aver indossato occhiali di tutti i colori, un giorno, come nelle migliori storie d’amore, incontrò fatalmente gli occhiali bianchi e ne ordinò 5 mila”. E per noi risulterebbe impensabile guardare la signora Wertmuller con una montatura rossa!

Nello show business il ruolo tra occhiali da vista e occhiali da sole, è differente, per esempio all’ultimo Festival di Venezia,  l’occhiale scuro ha determinato addirittura la buona riuscita di una mise: dal mood rétro che ha conquistato Alba Rohrwacher e Freida Pinto alla forma da diva per antonomasia, da gatta, scelta da Eva Riccobono.

Invece quelli da vista rendono un personaggio unico: pensiamo al già citato Woody Allen, al maghetto tanto amato Harry Potter, a Clarke Kent, che nascondeva dietro gli occhiali la personalità di Superman; oppure alle star che indossano gli occhiali un po’ per necessità e un po’ per vezzo come Jennifer Aniston, Julia Roberts, Cate Blanchett, Demi Moore, Johnny Depp e Sharon Stone.